DocTelescope 16” f4.5 goto “ DIAMOND”
Recensione by Mariachiara Spaccini
La mia passione per l’astronomia e l’astrofotografia è iniziata quando, a soli 12 anni, mio nonno mi ha regalato il mio primo telescopio: un Newton su montatura equatoriale. Da quel momento, l’amore per il cielo si è acceso in me e non si è più spento.
Come astrofotografa, per anni mi sono dedicata alle meraviglie del profondo cielo. Negli ultimi tempi, però, è nata in me una nuova, intensa passione:
l’astrofotografia planetaria, a cui ora mi dedico con grande entusiasmo.
Nel corso degli anni ho avuto modo di provare diverse tipologie di telescopi per l’alta risoluzione planetaria: Schmidt-Cassegrain, Cassegrain puri, Maksutov-Cassegrain e, per ultimo un Dobson Skywatcher da 12”.
Mi sono innamorata della configurazione Dobson, trovandomi così bene con il mio 12” da decidere di fare il grande passo: regalarmi il telescopio “definitivo”.
Volevo un Dobson dal diametro generoso, sì, ma che fosse anche estremamente maneggevole, relativamente leggero (sono una donna, e il peso conta!), facile da trasportare e soprattutto che fosse un vero e proprio “capolavoro” artigianale.
Non più un telescopio commerciale ma uno strumento costruito da un’azienda italiana, affidabile, performante e realizzato con materiali di altissima qualità.
Per questo, mi sono rivolta a Marco Guidi Doctelescope. A mio parere, i Dobson che realizza sono delle vere opere d’arte.
Dopo un’interessante conversazione telefonica, Marco mi ha illustrato ogni dettaglio dei suoi telescopi e insieme, planetaria.
Ho voluto chiamarlo “Diamond”, perché, si sa, per una donna… è per sempre!
Il Dobson è un 16” f/4.5 GoTo con motorizzazione Onstep. Per le ottiche, mi sono affidata ai consigli di Marco, che ha selezionato per me un primario Astroreflect certificato e un secondario Zen. In una sola parola, il telescopio è bellissimo!
La finitura e l’assemblaggio dell’ottica sono eccellenti. Non avendo mai posseduto un Dobson prevalentemente in metallo prima d’ora, non ho termini di paragone diretti, ma è evidente che Marco ha curato ogni singolo dettaglio. Sia dal punto di vista estetico che funzionale, tutto è stato pensato con grande attenzione: i componenti – sia quelli standard che quelli lavorati meccanicamente – sono di prima qualità.
design e componenti
La struttura del telescopio si divide in tre parti principali: la secondary cage, i truss tubes e la primary cage.
Quest’ultima è particolarmente versatile: può essere smontata in due sezioni o trasportata come blocco unico dato che risulta incredibilmente leggera. A completare il tutto, la componentistica elettronica include la motorizzazione GoTo Onstep.
La secondary cage è composta da due cerchi di alluminio tagliati al laser uniti da barre metalliche. Il secondario è tenuto in posizione da quattro raggi a ragno a sezione sottile, che erano stati regolati da Marco alla perfezione, così come la collimazione dello specchio secondario.
Questa parte del telescopio è incredibilmente leggera — riesco a
sollevarla senza il minimo sforzo —eppure eccezionalmente solida. I cerchi metallici presentano dei fori: una soluzione che ne aumenta la leggerezza senza comprometterne la rigidità. Sulla secondary cage è montato un focheggiatore Tecnosky Precision 2″ motorizzato e c’è anche una basetta Vixen per il cercatore.

I tubi a traliccio sono leggeri e molto resistenti. Hanno un rivestimento similcarbonio che conferisce loro un aspetto
molto curato.
Il telescopio ha 8 tubi a traliccio ciascuno dei quali ha delle sfere alle
estremità per un fissaggio rapido. Sono molto leggeri e si trasportano benissimo. La struttura complessiva è formata da 2 tubi a traliccio su ciascun lato del quadrato, il che conferisce al telescopio una rigidità notevole una volta montato.
Il Primary cage e’ costituito da una struttura in alluminio, molto leggera e bella da vedere. Le due slitte sono anch’esse in alluminio.
La struttura che fissa i tubi del traliccio è un telaio metallico “quadrato”, collegato alla cella del primario con quattro manopole. Questo design intelligente consente di rimuovere l’intera sezione superiore (secondario e traliccio) in un unico blocco, rendendo il montaggio del telescopio estremamente rapido: 5 minuti o meno.
Come progettato da Marco, lo specchio poggia su una cella a diciotto punti ed è mantenuto in posizione esclusivamente dalla gravità e da due punti a rulli che si trovano agli angoli destro e sinistro della cella stessa, nella sua parte anteriore osservandola da dietro.


Sebbene questa dipendenza dalla gravità mi avesse preoccupato, Marco mi ha rassicurato e ha chiarito che non esiste alcun pericolo di movimento in avanti dello specchio.
Il primary cage si muove mediante le due grandi semilune in alluminio che scorrono lungo una guida in maniera morbida e precisa.
Per la collimazione dello specchio primario ci sono 3 pomelli sul retro della cella.
Marco mi ha spiegato come sia sufficiente agire solo su due per ottenere una collimazione eccellente e così e’ stato: ho usato il collimatore laser con correttore di ortogonalità ed ho collimato in pochissimo tempo lo specchio agendo veramente
poco solo sui due pomelli.
Ho poi usato il collimatore Reego per un’ulteriore messa a punto.
Il primario è raffreddato da una grossa ventola posta al centro della cella; utile per ottimizzare il tempo di acclimatazione del primario. La ventola ha un jack che può essere facilmente collegato a una power box.


La struttura che sostiene la cella flottante presenta dei fori filettati predisposti per avvitare eventuali contrappesi.
Il primary cage poggia su una base che contiene i cuscinetti di supporto per la rotazione azimutale. Il Doctelescope una volta assemblato ha movimenti fluidi in entrambi gli assi; la struttura una volta montata è solida nonostante la sua leggerezza. Durante le mie serate osservative, nonostante gli spostamenti effettuati per i goto, la collimazione rimane perfetta.
ONSTEP – Motorizzazione, Puntamento e Inseguimento
ONSTEP è un avanzato sistema GoTo computerizzato,
basato su una piattaforma open-source Arduino. La sua
precisione è notevole: gestisce i motori per il puntamento e
l’inseguimento degli oggetti celesti in modo impeccabile. Il
mio DocTelescope è comodamente controllabile tramite un
pad dedicato che si interfaccia direttamente con la scheda
madre di ONSTEP, consentendo allineamento, puntamento e
inseguimento.
ONSTEP integra sia un GPS per una localizzazione immediata, sia un’interfaccia Wi-Fi che permette il controllo del telescopio tramite smartphone o tablet. È inoltre possibile connetterlo a software planetari come SkySafari.
Sono amante della tecnologia e trovo molto comodo interfacciare il telescopio al planetario ed effettuare i puntamenti direttamente
tramite app.
Se si desidera un controllo più avanzato, è presente anche un’uscita USB che consente l’interfacciamento con un PC portatile e la remotizzazione tramite la piattaforma ASCOM e software specifici come NINA. In questo modo si ha la possibilità di connettere telescopio, camera di ripresa, eventuali focheggiatori o rotatori di campo e gestire il tutto da remoto. Si puo’ fare platesolve, puntamento e ricentraggio del campo inquadrato.
E’ mia intenzione infatti sfruttare i 40 cm del mio Dobson
anche per fare qualche ripresa deepsky sfruttando la tecnica
delle pose brevi per minimizzare la rotazione di campo.



Prestazioni Ottiche: Le Prime Impressioni
Ho avuto la possibilità di testare il Dobson solo in visuale finora e la visione è stata a dir poco mozzafiato! Non mi considero una visualista, ma con un’ottica così a disposizione, non si può fare a meno di provare l’ebrezza dell’osservazione!
La Luna appare all’oculare veramente spettacolare, i dettagli sono netti, incisi da rimanere incantati ad osservare e non vedo l’ora
di poterla ripredere in hires con la cameraplanetaria.
Gli oggetti deepsky non sono da meno: sotto un buon cielo ho osservato ammassi globulari ( M13 ben risolto e molto contrastato),nebulose planetarie (Nebuolsa Dumbbell M27, molto ben visibile, Nebulosa Ring M57 bellissima ed enorme) e anche qualche galassia (M51 mi ha stupito, non smettevo di osservare).


Ora, l’attesa è tutta per il test in ripresa fotografica di “Diamond”.
La stagione dei pianeti deve ancora iniziare quest’anno sarà principalmente in autunno/inverno. C’è quindi ancora un po’ da
attendere, ma mi aspetto grandi, grandissime prestazioni da questo telescopio!
gruppo astrofili monte subasio
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